La magia potrebbe venir definita come l’arte di dominare le forze occulte della natura e della vita. È dunque una cosa ‘profana’, una sorta di potere che ritiene di poter difendere l’uomo da qualcosa che egli teme o di potergli far ottenere qualcosa che non ha, usando scongiuri/amuleti/azioni collegate agli astri/riti diversi capaci di produrre effetti in modo quasi automatico: è, per dirla in modo più scientifico, la manipolazione di mezzi non-empirici o sovra-empirici, per raggiungere fini empirici.
La magia si basa su due postulati fondamentali:
il simile agisce sul simile (da cui si hanno la magia imitativa/mimetica/simbolica e quella omeopatica - in quanto l’effetto è uguale a quello raffigurato);
il contiguo agisce sul contiguo (da cui la magia simpatica - fondata su una connessione od affinità delle cose -, che resta sempre anche dopo un’eventuale separazione, e la magia contagiosa - in quanto l’atto compiuto su una parte diffonde il suo effetto sull’intero).
Va menzionata poi anche la ‘magia incantatrice’, che attribuendo poteri particolari a formule/azioni simboliche, le ritiene capaci di produrre effetti anche a distanza.
Se invece ci si riferisce al modo di far parte del mondo della magia, si parlerà di:
magia iniziatica: da maestro a discepolo (per es.: ordini rosicruciani, derivati dai riti massonici; martinisti e chiese gnostiche);
magia cerimoniale: in cui i poteri sono trasmessi da pratiche codificate in appositi rituali (per es.: ordine ermetico della Golden Down; Ordo Templi Orientis; Società dell’Inner Light; Fraternità Terapeutica Magica di Miriam);
neo-stregoneria: quando i poteri sono trasmessi da streghe e stregoni, attingendo da una tradizione druidica e pagana, in cui il dio venerato ha quasi sempre le corna, simbolo di fertilità.
Direttamente collegata alla magia è poi la divinazione, che consiste nel tentativo di predire il futuro in base a segni dinamici della natura o tramite l’interpretazione di sorti e presagi. A questo ambito si collegano l’astrologia, la cartomanzia, la chiromanzia e la negromanzia.
Mons. Giuseppe Maggioni, già Delegato arcivescovile per i Nuovi Movimenti Religiosi dell’Arcidiocesi di Milano, studioso dei fenomeni delle deviazioni della fede presenti nella cultura popolare odierna, riteneva che, mentre l’atteggiamento di fede consiste nel rendere a Dio l’adorazione e l’obbedienza che Gli sono dovute in modo adeguato, la superstizione (dal latino super-stare) consiste nel prestare culto divino a chi non è dovuto o nel modo sbagliato, il che stravolge le finalità della vera religiosità, che tende invece a lasciarsi istruire dalla sapienza di Dio per poter fare la Sua volontà.
Tutti i movimenti magici promettono ai loro seguaci il raggiungimento di quattro livelli di potere, e dunque si parla di:

magia pratica, per conseguire concretamente successo, salute, felicità;
magia gnostica, per dispensare un sapere esoterico che, garantendo l’accesso ai più alti gradi della conoscenza, migliora la qualità di vita;
magia evocativa, per ottenere servigi e conoscenze segrete da spiriti, angeli o demoni;
magia della vita, per vincere la morte assicurando l’immortalità.
Tra le ricerche condotte dall’antropologo polacco, naturalizzato britannico, Bronislaw Malinowski, è assai nota quella sullo scambio simbolico di doni basato sulla fiducia (kula), svolto nelle Isole Trobriand (oggi Isole Kiriwina, Papua Nuova Guinea). Malinowski osservò che i trobriandesi, pur essendo molto abili sia nella pesca che nell’orticoltura, consideravano la magia indispensabile per la buona riuscita delle coltivazioni, pur essendo consapevoli delle leggi della natura e dello sforzo fisico che entrambe le attività richiedevano. I risultati erano pertanto condizionati da fattori, per il cui controllo era necessario utilizzare la magia. Il ricorso alla magia tuttavia cresce proporzionalmente al diminuire dell’attendibilità della conoscenza empirica e delle abilità concrete. Sarà l’osservazione della differente dinamica scatenata dalla pesca in laguna rispetto a quella in mare a dimostrare questo concetto.
Per Malinowski la differenza tra religione e magia è data dal fatto che quest’ultima possiede un fine in vista del quale viene effettuato il rituale.
Malinowski ritiene che all’origine magia e
religione concordino, unificando quel complesso di azioni pratiche e di miti che entrano in funzione in certe situazioni di crisi o tensione emozionale,  imponendo come estrema risorsa il ricorso alla dimensione sovrannaturale. In queste azioni e credenze l’uomo riguadagna il senso di fiducia che gli permette di superare il dubbio e il disorientamento, e dunque vincere la paura, ristabilendo il proprio equilibrio nei rapporti col mondo. Religione e magia allora, come completamento e antitesi della scienza, dato che con modi irrazionali assicurano all’uomo la signoria del mondo, che la razionalità della scienza può stabilire solo entro determinati limiti. Anche in Malinowski dunque ritroviamo un dualismo netto tra mondo profano e mondo magico-religioso, azioni razionali ed azioni irrazionali.
Volendo ora sottolineare alcune similitudini rilevabili tra religione (sistema altamente creativo e complesso) e magia (molto più semplice e schematica) potremmo dire che entrambe:
➻ si realizzano in situazioni di tensione emotiva;
➻ consentono di trovare soluzioni a situazioni senza via d’uscita razionale, ricorrendo al soprannaturale;
➻ sono rigidamente fondate sulla tradizione mitologica;
➻ esistono nell’atmosfera del miracoloso;
➻ sono corredate da tabù e norme che distinguono i loro atti da quelli del mondo profano.
Se la magia, a suo modo, riesce ad integrare le capacità concrete dell’uomo contribuendo ad aumentarne la sicurezza e ritualizzandone l’ottimismo, accresce la certezza nella supremazia della speranza sulla paura. La religione, invece, contribuisce ad elevare il morale dell’uomo, stimolando quegli aspetti della mente  – rispetto per la tradizione, armonia con l’ambiente, coraggio – infondendo un grande senso di fiducia nella lotta contro le avversità e, soprattutto, nei confronti dell’ineluttabilità della morte. La religione, insomma, definisce la realtà al di là dei limiti dell’umana conoscenza e la sicurezza al di là delle garanzie dei rapporti umani.
Per completezza va detto che per alcuni autori, tra cui per esempio l’antropologo inglese Albert Radcliffe-Brown, vale anche l’ipotesi opposta: alcuni riti sarebbero generatori di ansia e insicurezza. Influenzato da Durkheim, nel tentativo di definire la funzione sociale dei fenomeni mitico-religiosi, compì le sue prime ricerche nell’arcipelago delle Andamane, nell’Oceano Indiano. Gli abitanti di dette isole non avrebbero osservato i tabù relativi al cibo (in realtà ansiogeni) se non fosse per le credenze consolidate di ritenerli protettivi nei confronti delle sventure. Quindi: una volta istituzionalizzati, questi riti prima instillerebbero il senso del pericolo e poi lo allevierebbero, perché, creando prescrizioni positive e negative, suscitano nel contempo il timore di violarle.
Dopo questo minimale excursus sulle principali teorie degli studiosi, un breve commento conclusivo sul tema ‘magia’. Surrogato della fede, congeniale all’irrazionalità ed al desiderio spasmodico di una ricerca del meraviglioso (che da sempre attrae ed incuriosisce), purtroppo tocca anche innumerevoli credenti contemporanei, che paiono scivolare dalla ‘religione’ al ‘religioso’, ritornando a strani riti pagani, a falsi culti, pericolosi e tentatori. Sette esoteriche, mistiche di fuorvianti santoni, schiere folkloristiche di maghi, fattucchiere, cartomanti, sensitivi, occultisti, chiaroveggenti e sedicenti esorcisti... popolano quell’ambiguo universo che, con una spregiudicatezza che comunque sempre colpisce, offre, a chi è facile preda dell’imbroglio e dell’impostura, ‘soluzioni’ apparentemente facili ad ogni problema di vita. In questo giro d’affari, valutato in svariati miliardi l’anno di euro o dollari, troppi ancora si lasciano coinvolgere, senza nemmeno forse rendersi conto della grave situazione di smarrimento esistenziale in cui si trovano, tanto da esser disposti ad affidare se stessi ed i loro spesso non pochi denari ai falsi profeti ed ai mistificatori più sfacciati sempre in agguato.
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